Spiegazione scientifica del fenomeno

Come è noto dalla fisica, il passaggio di stato da liquido a vapore di qualsiasi sostanza, richiede una notevole quantità di energia, detta appunto “calore latente di vaporizzazione” o “entalpia di vaporizzazione”. Per l’acqua questa quantità di energia è particolarmente elevata. Nelle murature che non sono direttamente irraggiate dalla luce solare, ovvero che non ricevono alcun apporto gratuito termico, il calore di vaporizzazione necessario all’acqua, potrà essere fornito solo ed esclusivamente dall’aria, oltre che dall'irraggiamento se presente. L’aria che si trova ad una temperatura più alta rispetto alla superficie muraria umida, cederà calore per consentire l’evaporazione, e nel farlo dovrà abbassare la sua temperatura, ma il valore di equilibrio raggiunto, non potrà in nessun caso essere più basso di quello della parete.

 

Qui abbiamo una forte limitazione alla quantità totale di calore che l’aria può cedere alla superficie umida. Più la temperatura dell’aria sarà prossima a quella del muro umido, e più tale flusso sarà ridotto, ovvero sarà proporzionalmente ridotta la quantità d’acqua che potrà evaporare. Se la superficie umida della parete si trova ad una temperatura che è compresa fra il valore di Punto di Rugiada o Dew Point (DP), ed valore di Bulbo Umido o Wet Bulb (WB), la quantità di calore ceduta dall’aria alla parete sarà talmente bassa da non rendere possibile la sua asciugatura. Questa condizione appena descritta è estremamente frequente nelle costruzioni storiche, e nella maggior parte delle abitazioni che presentano il problema dell’umidità alla base muraria, sia nei mesi invernali che in quelli estivi. L’unica possibilità di evacuare l’eccesso di umidità dalla base muraria, consiste nell’apportare calore fino al raggiungimento di una temperatura sufficiente affinché sia favorita l’evaporazione dell’acqua residuale, e che sia impedito un nuovo accumulo di umidità. Questo valore, in linea di principio è dato dalla temperatura di Bulbo Umido, che a sua volta è funzione dell’Umidità Relativa.

 

 

Studi scientifici condotti a Londra da Sir Willam Crookes alla fine del 1800, poi validati da Maxwell, dimostrarono che nei solidi porosi la temperatura agisce sui fluidi presenti all’interno dei pori, secondo le stesse leggi della pressione. Altri scienziati di quel periodo, il tedesco Ludwig ed il francese Soret, giunsero indipendentemente agli stessi risultati. Il fenomeno della termoforesi, chiamato anche termodiffusione o effetto Ludwig-Soret, consiste nella migrazione di particelle, immerse in un fluido, indotte da un gradiente di temperatura.

Risulta quindi accertato che movimenti di fluido, come acqua e umidità, e di particelle in soluzione come i sali siano indotti da differenze di temperatura.

Praticamente la temperatura agisce sui fluidi presenti all'interno delle masse porose, come se fosse una pressione, cioè induce trasferimenti di massa a causa di una vera e propria "pressione termica".

Le norme inglesi British Standards BS 5220:2002 indicano questa modalità di trasferimento di fluidi (in questo caso di vapore), che formano fenomeni inconsueti di condensazione sulle superfici.